Durante quasi sessant’anni anni l’organizzazione ha sempre mantenuto la sua identità di “Crocevia”, ovvero punto di incontro di culture e realtà sociali differenti e ha agito seguendo una propria “filosofia”d’intervento, sostenendo progetti e programmi ideati insieme ai partner.
In tutti questi anni la scelta su come e dove operare non è mai stata semplice. L’analisi e la riflessione sulla situazione mondiale ha portato Crocevia a prendere posizione, in maniera non facile ma al contrario sofferta, rispetto al tipo di cooperazione da attuare. Abbiamo rifiutato così la logica delle attività di emergenza in territori martoriati da guerre e abbiamo scelto la logica di sostegno a popolazioni in resistenza, vittime di ingiustizie politiche, economiche, ambientali e sociali. Crocevia ha agito sempre per costruirecondizioni che portassero alla pacee al perdurare della stessa.
Non abbiamo adottato bambini ma comunità intere a garanzia di un futuro dignitoso per le generazioni che verranno.
Crocevia ha avuto il privilegio di avere come partner e di lavorare con alcuni degli uomini e delle donne che hanno marcato in modo visibile la storia dell’umanità: Thomas Sankara, Samara Machel, Graca Machel, Yasser Arafat, Lula e Ka Memo. Ma non dimentichiamo anche chi ha fatto la storia dell’ Umanità pur continuando ad essere invisibile:i resistentialla dittatura di Pinochet, di Marcos, di Suharto, dei generali argentini, brasiliani, uruguaiani e coloro che in silenzio hanno costruito e costruiscono le alternative per tutti noi come i contadini del Vietnam, della Cina, dell’Indonesia, del Sahel, del Perù, del Giappone, gli insegnanti della Palestina e di Israele, dell’Ecuador, del Brasile, del Mozambico e i cineasti e i giornalisti dei popoli nativi di Canada, USA, America Latina, Taiwan, Nuova Zelanda e il sindacato operaio della Corea del Sud e i pastori dell’Iran e i pescatori del lago Rukwa e del Sud Africa. Senza dimenticare le tante donne e uomini che ogni giorno ovunque continuano a trovare soluzioni per vivere dignitosamente e costruire un futuro fuori dal modello dominante che ci toglie il respiro.
Da loro abbiamo imparato quello che sappiamo e che ci ha aiutato in tutti questi anni a costruire la nostra storia, a mantenere un profilo condiviso ed una speranza nel cambiamento consentendoci di dare il nostro contributo allo sforzo comune per fare avanzare una convivenza socialmente giusta e ecologicamente durevole.