11 film e 8 incontri animano la rassegna del documentario indipendente su agroecologia, ambiente e diritti
Il Festival delle Terre 2025, in collaborazione con Ecologia Unione Buddhista Italiana e con il sostegno dei fondi 8×1000 UBI si terrà al Nuovo Cinema Aquila dal 21 al 23 maggio. La giornata del 24 maggio sarà invece organizzata presso Il Giardino di Torricola. Previsti 11 documentari e 8 tra incontri tematici e presentazioni di libri. La rassegna continuerà durante il 2025 con edizioni locali in diverse città: la data più significativa sarà quella di Messina, dal 13 al 15 giugno, per un Festival delle Terre e dei Mari che coinvolgerà partner dell’accademia e del mondo della cultura.
Dal 21 al 24 maggio il Centro Internazionale Crocevia lancia una nuova edizione del Festival delle Terre, la rassegna del documentario indipendente su agroecologia, ambiente e diritti. Il Festival, organizzato con in collaborazione con Ecologia Unione Buddhista Italiana e il supporto dei fondi 8×1000 UBI, si svolgerà durante i primi tre giorni al Nuovo Cinema Aquila (via L’Aquila, 66/74), per migrare il 24 al Giardino di Torricola, oasi naturale sull’Appia Antica (via A. M. Simonetti). In totale, sarà possibile assistere alla proiezione di 11 documentari che affrontano temi come la giustizia climatica, la pesca insostenibile, i diritti umani e l’agroecologia.In programma anche 8 incontri tra presentazioni di libri, dibattiti con autrici e autori e riunioni aperte di attiviste/i ambientali. Il 16 maggio dalle 17:30 si tiene una giornata inaugurale, realizzata indipendentemente da Crocevia, con 2 proiezioni presso la sede dell’Associazione V Zona, in Via Mozart 7.
“I lavori presentati al Festival arrivano da diversi paesi – spiega Danilo Licciardello, direttore artistico del Festival delle Terre – Accanto a film selezionati dai migliori festival internazionali, proponiamo lavori di piccole produzioni indipendenti, che faticano a trovare posto nel circuito commerciale. Promuoviamo incontri con gli autori dei film, che spesso partecipano in prima persona alle giornate del Festival”.
Il Festival proseguirà durante il 2025 in modo “diffuso” con diverse edizioni locali,come parte di un progetto più ampio dal titolo “Carovana Contadina per la Sovranità Alimentare”, anch’esso in collaborazione con Ecologia Unione Buddhista Italiana e con il sostegno dei fondi 8×1000 UBI.
“Il cinema, come forma d’arte visiva e narrativa, è uno strumento potente per raccontare l’interdipendenza alla base delle relazioni ecologiche – dichiara Silvia Francescon, responsabile di Ecologia Unione Buddhista Italiana – Spesso è grazie all’arte cinematografica che veniamo mossi nel profondo e portati all’azione. Felici di questa collaborazione che ci vede coinvolti per il secondo anno, ringraziamo il Centro Internazionale Crocevia per aver creato il Festival delle Terre e per portarlo anche oltre la città di Roma, per aver, di fatto, realizzato un cinema diffuso sull’ecologia profonda e sui diritti che unisce le comunità”.
L’edizione più significativa di questo tour per l’Italia è il Festival delle Terre e dei Mari, che si terrà a Messina dal 13 al 15 giugno, con un programma che esplora il rapporto tra umani, terra e mare, attraverso incontri, proiezioni e dibattiti da una prospettiva “ecocentrica”. Il Festival delle Terre e dei Mari sarà co-costruito “insieme a partner accademici e culturali, tra cui il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, alcuni membri dell’Università di Messina, il Collettivo OPificaa, la Fondazione Horcynus Orca, Sea Shepherd, il Museo del Mare di Milazzo e le associazioni “Parco Ecologico San Jachiddu” e “Corto di sera”. Prevede il seguente programma:
- 13 giugno – Seminari, presentazione del festival e rassegna cinematografica
- 14 giugno – Contro il saccheggio delle Terre: Presidio sonoro con Collettivo OPificaa, dibattito su sfruttamento territoriale e proiezioni
- 15 giugno – Contro il saccheggio dei Mari: Dibattito sullo sfruttamento del mare, proiezioni e altre attività.
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Edizione romana: la programmazione, tra anteprime italiane e incontri pubblici
L’apertura del Festival delle Terre è prevista una settimana prima, il 16 maggio, presso gli spazi di V Zona, in via Mozart 7. “Aprire il Festival tra i lotti delle case popolari di Roma, significa per noi sostenere e imparare da esperienze di giovani che resistono, si attivano e propongono, danno colore e contenuto alla periferia della capitale lasciata ai margini dei grandi eventi”, spiega il direttore artistico del Festival Danilo Licciardello.
Inoltre, questa edizione cade a poco più di un anno dalla scomparsa di Maurizio Paffetti, compagno e amico di Crocevia. “Maurizio ha costruito e fatto vivere la nostra Mediateca delle Terre, un archivio cartaceo e audiovisivo che racconta decenni di cooperazione internazionale in tutto il mondo – spiega Licciardello – Un archivio a lui intitolato che oggi è riconosciuto come bene di particolare interesse storico e culturale dal Ministero della Cultura”.
L’edizione 2025, che entrerà nel vivo poi il 21 maggio al Nuovo Cinema Aquila, vede tra i titoli più interessanti un’anteprima italiana. Si intitola “Il prezzo che Paghiamo” ed è un lavoro di Sara Manisera, in programmazione venerdì 23 maggio alle 21. Il documentario, realizzato dalla giornalista di inchiesta membra del collettivo FADA, racconta come fin dagli anni Settanta le multinazionali del petrolio e del gas conoscessero l’impatto devastante delle loro attività sul clima del pianeta, ma abbiamo messo in atto ogni sforzo per nasconderlo. Il lancio italiano del documentario sarà accompagnato da un incontro pubblico organizzato da Crocevia insieme a due organizzazioni da sempre impegnate nella lotta contro le fonti fossili: Greenpeace e Re:Common. Parteciperanno il giornalista di Report Luca Chianca e la giornalista e scrittrice Stella Levantesi.
Tra i documentari, Crocevia sottolinea altre due anteprime italiane: la prima è “This Jungo Life” (in programma il 22 aprile alle 21), una collaborazione tra il pluripremiato regista italo-austrialiano David Fedele e un gruppo di giovani rifugiati e richiedenti asilo provenienti dal Sudan e dal Sud Sudan, che vivono e dormono all’addiaccio per le strade del Marocco. Si fanno chiamare “Jungo”, un nome tradizionalmente attribuito ai lavoratori agricoli stagionali sudanesi, poi adottato anche da rifugiati, richiedenti asilo e migranti in viaggio. La seconda anteprima è Razzia sur l’Atlantique di Nicolas Van Ingen, sullo sfruttamento intensivo delle acque dell’Africa occidentale.
Al Festival anche “buone notizie”, La tutela di una delle aree più sovrasfruttate del nostro mare sta producendo risultati straordinari. The good stories di Francesco Cabras, Alberto Molinari presenta gli straordinari risultati ottenuti dall’istituzione della prima Fisheries Restricted Area (FRA) dell’Adriatico, che in soli pochi anni sta dando un futuro a specie sull’orlo del collasso.
Da non perdere anche “The Giants” (Australia, 2023, 110’), di Rachel Antony e Laurence Billiet, in calendario per il 21 maggio alle 20:30. Il documentario attinge ai 50 anni di lotte ambientali del politico e attivista australiano Bob Brown. Raccontata con le parole di Brown stesso, la sua storia si intreccia con lo straordinario ciclo vitale dei giganteschi alberi australiani, portato sullo schermo con una fotografia pluripremiata e coinvolgenti paesaggi forestali animati.
Gli incontri pubblici affronteranno come sempre tematiche ecologiche, sociali, e politiche. È previsto, ad esempio, un dibattito sull’impatto della pesca industriale sugli ecosistemi marini e le comunità costiere il 21 maggio alle 17:30. Il 22 alle 18:30 si discuterà invece attorno alle dinamiche politiche e sociali in atto nella fascia subsahariana, con la tensione fra potenze coloniali e paesi dell’Alleanza degli Stati del Sahel. Il pomeriggio del 23 vedrà una assemblea dei movimenti romani per l’ambiente e le lotte contro la cementificazione. Sabato il Festival si sposta al Giardino di Torricola, dove si terranno incontri e presentazioni sui temi dell’agricoltura contadina e dell’uguaglianza di genere con la presentazione del libro: “L’autodifesa delle donne. Pratiche, diritto, immaginari nella storia”. Curato da Laura Schettini e Simona Paci, il libro è un racconto corale su come le donne hanno immaginato, costruito, praticato l’autodifesa per sé e con altre nel corso del tempo.