Chi siamo

Centro Internazionale Crocevia è un’organizzazione nata nel 1958. Da 65 anni lavoriamo insieme alle comunità locali in tutto il mondo a progetti e campagne per l’agroecologia, la pesca artigianale, i diritti dei contadini e dei lavoratori agricoli.

Dal 1996 Crocevia ha il Segretariato del Comitato di Pianificazione Internazionale per la Sovranità Alimentare (International Planning Committee for Food Sovereignty – IPC), una piattaforma globale autonoma e autorganizzata di  produttori alimentari su piccola scala, Popoli Indigeni, organizzazioni di lavoratori rurali e movimenti sociali di base il cui obiettivo è far avanzare l’agenda della sovranità alimentare a livello globale e regionale.

La nostra visione è di un mondo in cui ogni individuo abbia il diritto di accedere a un’alimentazione diversificata, sana e culturalmente appropriata. Crediamo che i piccoli produttori di cibo meritino di vivere e lavorare con dignità e che i loro diritti debbano essere garantiti. 

Pensiamo che le comunità locali debbano avere il controllo dei loro sistemi alimentari, e che i loro diritti debbano essere rispettati. Vediamo nell’agroecologia un modello di relazione sostenibile dell’umanità con gli ecosistemi.

La nostra missione è lavorare con i piccoli produttori alimentari di tutto il mondo, sostenendo le loro lotte per i diritti collettivi alle risorse, allo stile di vita e ai modi di produzione. 

Coltiviamo spazi di partecipazione e confronto politico, con l’obiettivo di influenzare i quadri normativi adottati dalle istituzioni internazionali e nazionali, affinché riflettano la visione della sovranità alimentare,  e dell’agroecologia, dal diritto al cibo al diritto alle sementi, fino ai diritti di accesso alla terra e all’acqua.

Lo Staff di Crocevia

Coordinatore – IPC Secretariat – Responsabile Agrobiodiversità

Stefano Mori

Responsabile Pesca artigianale

Velia Lucidi

Comunicazione e Campagne

Francesco Panié

IPC Secretariat

Pascal Benincasa

Project manager Pesca artigianale

Amélie Tapella

Responsabile Amministrazione

Jose Algorta

Project officer Pesca Artigianale

Giulia Lecchi

Comunicazione

Ainara Pujana

Una storia che continua dal 1958

Da più di sessant’anni abbiamo sempre mantenuto la nostra identità di “crocevia”, ovvero punto di incontro di culture e realtà sociali differenti, seguendo la nostra “filosofia” d’intervento, sostenendo progetti e programmi ideati insieme ai partner. In tutti questi anni la scelta su come e dove operare non è mai stata semplice. L’analisi e la riflessione sulla situazione mondiale ha portato Crocevia a prendere posizione, in maniera non facile ma al contrario sofferta, rispetto al tipo di cooperazione da attuare. Abbiamo rifiutato così la logica delle attività di emergenza in territori martoriati da guerre e abbiamo scelto la logica di sostegno a popolazioni in resistenza, vittime di ingiustizie politiche, economiche, ambientali e sociali. 

Svolgiamo da decenni un lavoro di facilitazione e organizzazione del dialogo fra movimenti di contadini, pescatori artigianali, braccianti, Popoli Indigeni, poveri urbani e consumatori provenienti dai cinque continenti e riuniti nel Comitato internazionale di pianificazione per la Sovranità Alimentare. L’obiettivo è tenere viva una conversazione globale che rafforzi la capacità di autorganizzazione dei movimenti di piccoli produttori di cibo e la loro presa di parola pubblica sui territori e in ambito internazionale.

Crocevia ha avuto il privilegio di avere come partner e di lavorare con alcuni degli uomini e delle donne che hanno marcato in modo visibile la storia dell’umanità: Thomas Sankara, Samara Machel, Graca Machel, Yasser Arafat, Lula e Ka Memo. Ma non dimentichiamo anche chi ha fatto la storia dell’Umanità pur continuando ad essere invisibile: i resistenti alla dittatura di Pinochet, di Marcos, di Suharto, dei generali argentini, brasiliani, uruguaiani e coloro che in silenzio hanno costruito e costruiscono le alternative per tutti noi come i contadini del Vietnam, della Cina, dell’Indonesia, del Sahel, del Perù, del Giappone, gli insegnanti della Palestina e di Israele, dell’Ecuador, del Brasile, del Mozambico e i cineasti e i giornalisti dei popoli nativi di Canada, USA, America Latina, Taiwan, Nuova Zelanda e il sindacato operaio della Corea del Sud e i pastori dell’Iran e i pescatori del lago Rukwa e del Sud Africa. Non dimentichiamo le tante donne e uomini che ogni giorno ovunque continuano a trovare soluzioni per vivere dignitosamente e costruire un futuro fuori dal modello dominante. A partire dalla produzione del cibo.