Respinto al mittente il tentativo in extremis di sabotare il Trattato sulle risorse genetiche

Dopo una settimana di interminabili negoziati a Lima, l’organo direttivo del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (ITPGRFA) non è riuscito a raggiungere un consenso su una proposta di compromesso per il miglioramento del suo sistema multilaterale (MLS), avanzata dal presidente Alwin Kopse in una mossa dell’ultimo minuto tesa a sbloccare la situazione. Il tentativo in extremis è stato respinto dalla plenaria, dove praticamente tutti i paesi dell’Africa, del GRULAC e dell’Asia (ad eccezione del Giappone e della Corea del Sud) hanno rifiutato di approvare un pacchetto che non avevano avuto il tempo di esaminare e discutere adeguatamente. Dopo dodici anni di discussioni senza progressi su questo particolare argomento, un esito deludente era prevedibile. Aver limitato la partecipazione nel momento cruciale non ha aiutato il presidente a superare l’ostacolo.

La mancanza di informazioni sul processo, i documenti distribuiti solo in inglese e i gruppi di contatto senza interpretazione hanno spesso costretto i negoziatori ad affrontare questioni molto delicate in condizioni di totale disagio.

Come IPC abbiamo trascorso circa 20 ore nei gruppi di contatto sui diritti degli agricoltori, lottando duramente per far sentire la nostra voce, senza alcun risultato. In plenaria, abbiamo avanzato una forte richiesta affinché la mancanza di progressi nella finalizzazione della risoluzione non escludesse gli agricoltori tramite un processo a porte chiuse, il cosiddetto “Friends of the Chair”, in cui solo le parti contraenti sarebbero state invitate a negoziare.

Anche se abbiamo potuto di partecipare al gruppo di contatto sui diritti degli agricoltori, i progressi per cui avevamo lottato durante il lavoro intersessionale nel Gruppo tecnico ad hoc di esperti sui diritti degli agricoltori (AHTEG) sono state rapidamente vanificate dal Giappone e dal Nord America, che hanno tentato senza scrupoli di sminuire i nostri sforzi volti a esaminare misure normative per l’attuazione dei Farmers Rights nei paesi contraenti. Invece di concentrarsi sulla finalizzazione della bozza di risoluzione per portare avanti l’implementazione, sono state messe in atto tattiche per limitare l’uso di misure normative, rifiutando di progredire con la discussione fino a quando l’ambito del lavoro futuro intrapreso dall’AHTEG non escluderà tali misure. Inoltre, il Giappone ha insistito sul fatto che i diritti degli agricoltori non dovrebbero interferire con gli obblighi dei paesi ai sensi dell’UPOV e che il mandato dell’AHTEG dovrebbe includere il lavoro sui diritti di proprietà intellettuale. Questa proposta è stata respinta dall’IPC, dall’Europa, dall’Africa e dall’America Latina – dove molti paesi non aderiscono all’UPOV – e sostenuto solo da un rappresentante dell’industria sementiera. L’IPC è poi uscito dalla sala, poiché rifiutiamo di essere complici della profanazione dei diritti degli agricoltori, che rischia di diventare un contenitore di facciata che invece supporta leggi restrittive sulle sementi e i diritti dei costitutori (breeders’ rights).

Da qui è stato avviato un processo denominato “Friends of the Chair” e ci siamo ritrovati con una risoluzione deludente che ci ha lasciato con il dubbio se l’AHTEG sarà o meno uno spazio sicuro in cui gli agricoltori potranno partecipare nel prossimo periodo intersessionale.

L’IPC è inoltre stato tenuto all’oscuro ed escluso, insieme ad altri osservatori, dai negoziati sul Sistema multilaterale dopo i primi due giorni.

La proposta del Presidente è stata elaborata l’ultimo giorno, quando è diventato evidente che non sarebbe stato possibile trovare un terreno comune sul pacchetto di misure per il rafforzamento del Sistema multilaterale del Trattato. Il testo in discussione all’undicesima sessione dell’Organo direttivo dell’ITPGRFA aveva lo scopo di affrontare alcune questioni interconnesse, raggruppate nei cosiddetti “tre hot spots”: l’informazione di sequenza digitale (DSI), meccanismi di pagamento e importi, espansione dell’Allegato I al Trattato, con l’obiettivo di aumentare il numero di colture disponibili per l’accesso facilitato al Sistema multilaterale.

Uno dei pilastri fondamentali dell’ITPGRFA, l’MLS è una rete di banche genetiche nazionali e internazionali che seguono regole comuni per dare accesso alle loro collezioni ex situ di risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (PGRFA), contando circa 2,6 milioni di campioni di 64 specie di colture elencate nell’Allegato I del Trattato. Chi vuole utilizzare di queste risorse può accedere all’MLS firmando un contratto vincolante, denominato Accordo standard di trasferimento di materiale (SMTA). Con esso, si impegna a non limitare l’accesso a tali PGRFA, alle loro parti o componenti genetiche attraverso i diritti di proprietà intellettuale. Accetta inoltre di condividere i benefici derivanti dall’uso di queste risorse dopo una serie di anni, quando commercializzerà un prodotto (ad esempio una nuova varietà vegetale o un organismo geneticamente modificato) che le incorpora. Il denaro dovrebbe essere versato a un Fondo di condivisione dei benefici (BSF), dal quale dovrebbe poi fluire, attraverso progetti, verso quei paesi e quelle comunità di agricoltori che hanno contribuito maggiormente alla biodiversità agricola mondiale.

La mancanza di trasparenza e responsabilità del Sistema multilaterale, che sostanzialmente non dispone di un meccanismo per monitorare e tracciare lo scambio di PGRFA oltre il primo accesso, deprivandone così gli agricoltori che sono i principali fornitori di queste risorse, è la ragione per cui il Fondo di condivisione dei benefici è quasi vuoto dopo 16 anni. Non è comunque il problema principale per le organizzazioni contadine che partecipano ai negoziati nell’ambito del Comitato internazionale di pianificazione per la sovranità alimentare (IPC). Esse lottano per il loro diritto di conservare, scambiare e vendere le sementi conservate nelle loro aziende agricole, come definito dall’articolo 9 del Trattato. La questione principale per l’IPC è il crescente utilizzo e la brevettazione delle informazioni di sequenza digitale disponibili in database ad accesso libero e corrispondenti a parti o componenti genetiche delle PGRFA prelevate dall’MLS e dai semi tradizionali dei contadini. Questa pratica sta già limitando l’accesso facilitato alle sue collezioni, i diritti degli agricoltori e dei selezionatori tradizionali di continuare a utilizzare e vendere i semi che hanno selezionato e conservato, e viola le disposizioni del Trattato.

Mentre il Nord America, l’Europa e i paesi sviluppati dell’Asia cercano di legalizzare la biopirateria parlando della DSI come se fosse solo un prodotto della ricerca al di fuori dell’ambito dell’ITPGRFA, le organizzazioni contadine e il resto del mondo ritengono che dovrebbe essere trattata come una componente delle risorse genetiche, sebbene in forma digitale. In questo modo, nessun brevetto sulla DSI potrebbe limitare l’accesso facilitato alle corrispondenti risorse genetiche fisiche.

Questo profondo disaccordo è aggravato dalle diverse opinioni sulla riforma dei meccanismi di pagamento e sull’ampliamento dell’Allegato I. I paesi del Sud del mondo vorrebbero aumentare la prevedibilità dei contributi al Fondo di condivisione dei benefici come condizione preliminare per includere più PGRFA nell’elenco di quelle disponibili nell’MLS. I paesi più ricchi cercano invece di sabotare questo piano, per ottenere il massimo per le loro multinazionali ed evitare che siano ritenute responsabili dell’uso illegale dei semi.

Infine, l’Organo direttivo non ha voluto ribadire che l’ITPGRFA è l’attuazione della Convenzione sulla Biodiversità e riaffermare le sue competenze contro l’iniziativa della CBD di eludere gli obblighi di condivisione dei benefici e il divieto di brevettare le PGRFA del Sistema multilaterale, compresa la DSI che contengono, attraverso un sistema di condivisione dei benefici volontario (e quindi inefficace) e rimuovendo il consenso preventivo che consente alle popolazioni indigene e alle comunità contadine di opporsi a questi brevetti. Il mancato riconoscimento esplicito della competenza esclusiva dell’ITPGRFA sulle PGRFA dell’MLS significherebbe di fatto la fine dei diritti degli agricoltori e degli costitutori tradizionali.

È in questo contesto che la proposta dell’ultimo minuto (Testo / Allegato) del Presidente dell’Organo direttivo è apparsa sui maxischermi del Centro Congressi di Lima. La richiesta era quella di sospendere tutte le discussioni e approvare una versione rivista dell’SMTA, con l’obiettivo di adottarla nella prossima riunione dell’Organo direttivo nel 2027. Ma è stata una mossa sbagliata, poiché il GRULAC, l’Africa e i paesi in via di sviluppo dell’Asia hanno chiesto di risolvere le questioni politiche in sospeso prima di sostenere l’approvazione di un nuovo contratto giuridicamente vincolante senza avere avuto il tempo di discuterne. Dopo che alcune controproposte sono state respinte da altri paesi, il presidente ha dovuto riconoscere il fallimento. Questo insuccesso, sebbene salvi il trattato dal diventare uno strumento legalizzato di biopirateria, lo mantiene in gran parte inattuato a 25 anni dalla sua approvazione.

Pertanto, l’IPC sollecita i paesi che vogliono davvero lavorare all’attuazione basata sui migliori principi di questo trattato internazionale a collaborare con le organizzazioni contadine a livello nazionale e a proteggere, promuovere e realizzare i loro diritti alle sementi, fermando la biopirateria dell’industria sementiera.