Schiavi Mai: la Precarietà Uccide

La precarietà uccide: AbdElsalam Ahmed Eldanf era un lavoratore egiziano, che stava lottando non per il suo posto di lavoro ma per il diritto dei suoi compagni ad un posto di lavoro fisso,lottava contro il precariato che come nella logistica, nei campi uccide i braccianti, come accaduto pochi mesi fa ad un bracciante stagionale in Calabria per mano di un carabiniere, o in precedenza per colpa della stanchezza ad una donna italiana su un campo di pomodori.

La precarietà non solo uccide ma toglie la speranza, toglie la possibilità di immaginare il futuro

Il CENTRO INTERNAZIONALE CROCEVIA impegnata da mesi nella costruzione di un percorso di alleanza tra contadini, agricoltori, braccianti esprime la propria solidarietà militante alla famiglia del lavoratore ucciso e a al’Unione Sindacale di Base alla quale Ahmed era iscritto.

I contadini, come i braccianti e i lavoratori della logistica sono costretti a subire sulla propria pelle la precarietà che uccide, sono costretti a subire la criminale filiera dell’industria agroalimentare, che attraverso accordi internazionali,leggi europee e leggi italiane impone sistemi di sfruttamento della terra e del lavoro in funzione dell’arricchimento delle industrie alimentari e della Grande Distribuzione Organizzata.

Il cibo come le altre merci è stato ridotto a profitto  e non è più un diritto.

Le logiche liberiste e i profitti padronali condizionano le scelte ed i consumi.

La precarietà uccide la possibilità di un lavoro giusto, di una produzione agricola sostenibile, di un consumo sostenibile e consapevole.

La filiera agroalimentare va combatutta in tutti i suoi aspetti nelle leggi, nei sistemi industriali, nella distribuzione organizzata, nel consumo di cibo di scarsa qualità imposto dalla grande distribuzione.