Una vittoria senza precedenti per gli indigeni Sioux di Standing Rock

La sentenza emanata dal giudice distrettuale degli Stati Uniti James Boasberg ha confermato quanto il popolo Sioux ha rivelato ormai da molti anni ovvero che la USACE (United States Army corps of engineers) aveva violato il National Environmental Policy Act (NEPA) nel momento in cui, nel 2016, la società Energy Transfer Partners, che si occupa di trasporto di gas naturale e propano, venne autorizzata a procedere alla realizzazione dell’oleodotto Dakota Access Pipeline.

Questo progetto da oltre tre miliardi di dollari è stato pensato per muovere petrolio dallo Stato del Nord Dakota a quello dell’Illinois incontrando nel suo percorso anche le terre ancestrali e i luoghi sacri del popolo indigeno Sioux. Si è così venuto a creare il più grande movimento di protesta mai costituito dai Nativi Americani dalla fondazione degli Stati Uniti, al fine di proteggere l’ecosistema presente in quella terra, le acque del lago Oahe, del fiume Missouri, le specie animali presenti e tutto l’ambiente che il popolo Sioux abita e intende preservare da secoli. La loro volontà di bloccare la costruzione dell’oleodotto negli ultimi anni si è tramutata nel grido di protesta di migliaia di persone, indigeni ed ambientalisti, in tutto il mondo. Questo lungo percorso di lotta ha finalmente portato ad un risultato storico ed è una grande vittoria che premia la perseveranza delle Tribù presenti nel territorio della Standing Rock Indian Reservation e degli alleati attivisti.

Centro Internazionale Crocevia accoglie questa notizia con entusiasmo, essendo un successo per i diritti umani e per la sovranità indigena, ma vuole anche ricordare quanto sia sempre necessario l’impegno di tutti per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, per assicurare un futuro sano e sicuro e tutelare i popoli e le culture che in tutto il mondo rischiano di scomparire a causa delle politiche imperialiste di molti governi e industrie senza scrupoli.


Famiglia,

Vi scriviamo oggi con una buona notizia, stiamo celebrando una vittoria per la sovranità della Standing Rock Sioux Tribe e della Cheyenne River Sioux Tribe che riguarda la lotta portata avanti per la protezione delle loro terre e dei loro territori tradizionali contro il Gruppo “Energy Transfer Partners” del Dakota Access Pipeline.

Oggi un giudice federale ha ordinato a “Dakota Access, LLC” una filiale di “Energy Transfer Partners”, di chiudere e svuotare il loro Dakota Access Pipeline entro il 5 agosto.  Quest’ordine fa parte di una causa in corso intentata dalle tribù Standing Rock e Cheyenne River Sioux. La corte ha recentemente scoperto che il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito degli Stati Uniti ha violato il National Environmental Policy Act quando ha assegnato una concessione al Dakota Access, LLC, a causa del mancato svolgimento di una revisione completa dell’impatto ambientale del progetto. Questa nuova decisione del tribunale ordina la chiusura del gasdotto entro 30 giorni e di rimanere chiuso fino al completamento della revisione ambientale.

L’ordinanza della Corte afferma che:1) La concessione del Mineral Leasing Act che autorizza all’oleodotto Dakota Access Pipeline di attraversare il fiume Missouri a Lake Oahe è revocata; e 2) il Dakota Access dovrà chiudere l’oleodotto e dovrà svuotarlo del petrolio entro il 5 agosto 2020.

Firmato dal giudice James E. Boasberg il 7/6/2020.

Questa è una grande vittoria per gli Oceti Sakowin o Grande Nazione Sioux e per tutte le nostre tribù alleate e amici che sono venuti a stare con noi per proteggere l’acqua e il futuro dei nostri figli. Abbiamo detto fin dall’inizio che l’attraversamento del fiume Missouri fosse illegale e che fosse necessario un EIS. Sono contento che il giudice abbia visto i pericoli intrinseci del mantenimento del flusso di petrolio sulla DAPL mentre questo studio va avanti. Questo è di per sé un riconoscimento per tutte le prove che abbiamo affrontato. Questa è una vittoria per la gente di base dell’Oceti Sakowin e non potrei essere più felice” ha detto Joye Braun, la prima campeggiatrice del Sacro Campo di Pietra.

Questo ordine rivendica le molte preghiere, azioni e argomentazioni legali dell’Oceti Sakowin – Seven Council Fires of the Dakota, Nakota, nazioni e comunità tribali Lakota. La Standing Rock e le tribù Sioux del fiume Cheyenne hanno dimostrato al mondo che i diritti del trattato e la giustizia ambientale non sono concetti simbolici senza merito, ma piuttosto argomenti tangibili che proteggono intrinsecamente la sacralità di Unci Maka – Madre Terra. 

 “Oggi è un giorno storico per la Standing Rock Sioux Tribe e per le molte persone che ci hanno sostenuto nella lotta contro l’oleodotto”, ha detto il presidente Mike Faith della Standing Rock Sioux Tribe. “Questo gasdotto non avrebbe mai dovuto essere costruito qui. Gliel’abbiamo detto fin dall’inizio“.

Assaporiamo questo momento perché ricordiamo ancora l’odore dei numerosi incendi che si sono verificati all’accampamento e le migliaia di persone che si sono recate a Standing Rock per sollevarsi insieme alla popolazione di Oceti Sakowin. Questo momento rappresenta una medicina per tutti coloro che hanno resistito durante questa lotta e ci ricorda di continuare a lottare per la protezione dell’acqua e per il rilascio dei prigionieri politici come Red Fawn che ancora soffrono a causa della resistenza che hanno portato avanti. 

Rimaniamo impegnati a proteggere Padre Cielo, Madre Terra, le acque sacre e le nostre generazioni future. Continueremo a lottare per la protezione delle nostre terre sacre, preziosi siti culturali e fino a quando i combustibili fossili non saranno lasciati nel sottosuolo.

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Fondata nel 1990, The Indigenous Environmental Network è un’organizzazione internazionale nonprofit per la giustizia ambientale, che lavora con le organizzazioni tribali di base per costituire la proprietà delle comunità indigene. Le attività di I EN includono il potenziamento delle comunità indigene e dei governi tribali al fine di sviluppare meccanismi per proteggere i nostri luoghi sacri, la terra, l’acqua, l’aria, le risorse naturali, la salute della nostra gente e di tutti gli esseri viventi, e per costruire comunità economicamente sostenibili.

Per saperne di più: ienearth.org

Web content editor: Marco Galluzzi