Foto: 2017, Puerto Lopez (Ecuador), Pescatori su piccola scala, Annagrazia Graduato
Crocevia partecipa a supporto dei movimenti sociali della pesca su piccola scala
Lunedì, 1 febbraio 2021 – Inizia la la 34esima sessione del COFI
Oggi – e fino a venerdì – prende il via la 34esima sessione del Comitato per la Pesca della FAO (COFI), il più rilevante spazio di decisione politica internazionale riguardo la regolamentazione della pesca. Crocevia, come tutti gli anni, è presente alla riunione per supportare la partecipazione dei movimenti sociali e dei Popoli Indigeni della pesca su piccola scala e per reclamare i loro diritti ad una pesca sostenibile e che rispetti le tradizioni. I movimenti sociali che partecipano, sono le organizzazioni globali più importanti: World Forum of Fish Harvesters & Fish Workers (WFF), World Forum of Fisher Peoples (WFFP), La Via Campesina (LVC) e l’International Indian Treaty Council (IITC).
Per la prima volta questo importante evento si svolge online, con la partecipazione dei governi, società civile e settore privato. Un evento online che di fatto limita a partecipazione rispetto all’evento in presenza e che i movimenti sociali dovranno trovare maniere innovative di far sentire la propria voce.
Crocevia ha preparato a lungo questo momento, riflettendo con i pescatori su piccola scala le insidie, i pericoli e le opportunità di questo evento. Nei prossimi giorni si cercherà di mettere in luce gli impatti socioeconomici che la pandemia ha avuto e continua ad avere sulla vita delle comunità dei pescatori su piccola scala. La pandemia ha infatti esacerbato le discriminazioni, le diseguaglianze, la marginalizzazione, e l’abuso dei diritti umani che sono strutturali nella nostra società.
Considerando che l’evento online non porterà i risultati che normalmente ci si può aspettare da negoziazioni simili, Crocevia spingerà perché il futuro delle politiche globali sulla pesca abbiano un effetto positivo per i pescatori su piccola scala, attraverso l’implementazione effettiva delle linee guida sulla pesca volontaria, guadagnate nel 2014 grazie al lavoro instancabile dei movimenti sociali. Si chiederà anche che la trasparenza e la responsabilità dei governi nel prendere le decisioni siano rispettate maggiormente in questa situazione di pandemia.
Nei prossimi giorni vedremo come gli stati risponderanno alle richieste reali delle comunità di pescatori e Crocevia vigilerà sul comportamento degli stati al fine di garantire che i diritti umani di chi produce il cibo vengano rispettati.
Martedì, 2 febbraio 2021 – Si comincia ad entrare nel vivo delle discussioni
Dopo la prima giornata che si è aperta con la classica discussione sull’agenda del COFI e con i messaggi istituzionali di benvenuto da parte dei vari rappresentanti dei governi – incluso un panel per celebrare i 25 anni del Codice di Condotta della pesca responsabile – oggi siamo entrati nel vivo delle discussioni.
Come previsto le negoziazioni virtuali rappresentano un grande problema di partecipazione per la società civile, limitandone la partecipazione e lasciando spazio principalmente ai governi che possono parlare e portare avanti le loro posizioni, noncuranti della rappresentazione del mondo reale.
In agenda: i rapporti di gruppi di lavoro specifici del Comitato.
Mercoledì, 3 febbraio 2021 – Il ruolo dei pescatori su piccola scala nell’equilibrio sociale, economico ed ambientale
Finalmente le discussioni cominciano a scaldare l’arena virtuale. Crocevia continua strenuamente con Emanuele e Velia a sostenere le comunità di pescatori, i quali, collegati da ogni parte del mondo, si alternano a seconda delle fasce orarie, per vigilare sulle azioni dei governi e per intervenire puntualmente su ogni punto.
I movimenti sociali hanno ribadito oggi punti fondamentali che riguardano il contributo della pesca su piccola scala agli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile e il ruolo giocato dalle comunità nella gestione dell’ecosistema marino e nell’equilibrio socio-economico nelle comunità costiere.
Come Crocevia, riteniamo fondamentale che i governi e le istituzioni riconoscano le comunità della piccola pesca e le organizzazioni della società civile come attori essenziali, senza la cui partecipazione nessun cambiamento reale può avvenire. Questo deve avvenire sia nel Sud Globale, che nel Nord. I metodi di pesca tradizionali, le conoscenze dei Popoli Indigeni e quelle tramandate di generazione in generazione, il contributo essenziale e troppo spesso trascurato delle donne nelle attività di elaborazione della materia prima e la saggezza intergenerazionale profondamente radicata nella cultura della pesca sono la spina dorsale per sostenere la natura e la vita per le generazioni a venire. Questi aspetti con la pandemia di COVID-19 sono diventati ancora più importanti, in quanto questa ha colpito duramente le comunità di pescatori su piccola scala, a livello globale. In alcuni casi, le conseguenze socio-economiche del COVID-19 sono state persino peggiori degli impatti biomedici.
Oggi abbiamo anche informato i governi che le false soluzioni che vengono dalla valorizzazione economica della natura, quindi dall’entrata del capitale nella natura – come, per esempio, attraverso la Blue Economy – mettono al margine delle strategie nazionali i veri attori del cambiamento sul territorio: i pescatori su piccola scala. Se non mettiamo al centro chi lavora nel settore della pesca su piccola scala e le persone che vivono di questo, non riusciremo a limitare i danni ambientali e socio-economici della pesca industriale.
Questi aspetti sono centrali per le comunità di pesca su piccola scala di tutto il mondo, ma lo sono a maggior ragione in Italia dove le pratiche intergenerazionali e le pratiche tradizionali si stanno perdendo a discapito di grandi capitali che sfruttano il mare e il lavoro dei pescatori/braccianti per esportare o vendere a caro prezzo la materia prima che è sostanza quotidiana per tante persone che vivono nella zona costiera italiana.