Le misure COVID-19 devono garantire i diritti umani e costruire il sistema alimentare resiliente e sostenibile di cui abbiamo disperatamente bisogno

Lettera ai ministri del G20 sulla crisi del coronavirus

Dichiarazione alla Riunione Straordinaria dei Ministri dell’Agricoltura del G20, 21 aprile 2020:

L’emergenza sanitaria COVID-19 ha scatenato una grave e diffusa crisi sociale ed economica. Pertanto, riteniamo che siano assolutamente necessarie azioni urgenti per salvaguardare la sicurezza alimentare e la nutrizione a livello mondiale. L’azione, tuttavia, non può limitarsi a garantire il flusso delle filiere alimentari. Una gamma più ampia di misure è necessaria per garantire la sicurezza alimentare, nella crisi del COVID-19 e oltre.

Mentre i governi devono coordinarsi attentamente per evitare interruzioni delle forniture di cibo per non mettere a repentaglio l’accesso all’alimentazione di base, è necessario garantire che queste misure non compromettano la sicurezza alimentare, la salute e i mezzi di sussistenza di coloro che producono il nutrimento per il mondo.

Le frontiere chiuse e i lockdowns hanno messo in evidenza l’estrema fragilità di un sistema alimentare in cui, già prima della crisi COVID-19, 820 milioni di donne e uomini soffrivano di fame cronica e 2 miliardi di persone erano esposte a insicurezza alimentare. La metà delle persone affamate del mondo sono produttori di alimenti, contadini e lavoratori salariati in agricoltura. La loro estrema vulnerabilità nell’attuale crisi è il risultato della negazione sistematica dei loro diritti fondamentali: il diritto a un posto di lavoro sicuro, il diritto all’acqua potabile, a servizi igienico-sanitari e alloggi dignitosi, il diritto di formare sindacati e contrattare collettivamente, il diritto all’assistenza sanitaria e alla protezione sociale. Questi diritti devono essere all’ordine del giorno del G20 e non semplicemente come misure di crisi. I paesi più ricchi del mondo dipendono per il loro cibo dal lavoro di milioni di lavoratori migranti. È inaccettabile che i governi, nella fretta di garantire il flusso di lavoratori migranti, non dedichino risorse alla tutela della loro salute, sicurezza e mezzi di sussistenza, misure allo stesso tempo vitali per mitigare la diffusione del virus.

Le azioni volte a tutelare gli approvvigionamenti di cibo che attraversano le frontiere devono essere accompagnate da misure rigorose al fine di frenare la speculazione finanziaria legata alle materie prime alimentari, altrimenti ci troveremo di fronte a una replica della “crisi dei prezzi alimentari” che ha accompagnato il tracollo finanziario nel 2008. I governi hanno ignorato le cause della crisi attuale e stanno tentando di tornare alla normalità come se nulla fosse. Sia il settore del cibo che quello della finanza vivono al momento una situazione ancora più precaria di allora e il mondo si trova ad affrontare una nuova crisi di entrambi, con conseguenze potenzialmente letali. I governi stanno attuando misure che solo mesi fa erano impensabili. Se i governi del G20 stanno vietando le vendite allo scoperto o condizionando il sostegno finanziario alle imprese con l’astensione dalla distribuzione di dividendi e dal riacquisto di azioni, è sicuramente possibile limitare gli scambi di futures agricoli per evitare una bolla speculativa.

Le urgenti misure di crisi non devono distogliere l’attenzione dall’altrettanto urgente necessità di ricostruire su nuove basi un sistema alimentare che inquina il suolo, contamina l’acqua, distrugge rapidamente la biodiversità, provoca crisi climatiche e incuba future pandemie. Il sistema alimentare è altamente vulnerabile a situazioni traumatiche come quella attuale, a causa della sua dipendenza dagli input esterni e dalle lunghe filiere. I sistemi alimentari locali non hanno modo di prosperare poiché gli agricoltori sono scoraggiati dal fatto che non possono conservare né scambiare le sementi. I problemi si amplificano quando i sistemi nazionali di riserve alimentari, messi sotto pressione, vengono smantellati, anche se tali riserve non entrano mai nel commercio internazionale. Il mondo può continuare a passare da una crisi all’altra oppure possiamo iniziare ora a costruire il sistema alimentare resiliente e sostenibile di cui il mondo ha disperatamente bisogno.

In molte zone rurali, la chiusura delle frontiere e la contrazione del mercato dell’export hanno fatto precipitare nella miseria intere comunità dipendenti dall’agricoltura; i servizi essenziali sono crollati. Un aiuto mirato per queste comunità è urgente e dovrebbe includere un sostegno immediato alla ricostruzione della produzione alimentare locale in modo da proteggere i diritti dei contadini e dei lavoratori agricoli.

Abbiamo urgente bisogno di una risposta politica globale coerente e coordinata dal Comitato delle Nazioni Unite per la Sicurezza Alimentare Mondiale. I sindacati, le organizzazioni contadine e le organizzazioni della società civile, molti dei quali attivi nel Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale hanno costantemente difeso la sovranità alimentare nella consapevolezza che il diritto universale al cibo è inseparabile dai diritti dei produttori alimentari. Gli strumenti esistenti in materia di diritti umani – tra cui la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, le Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Contadini e degli altri Lavoratori nelle Aree Rurali – forniscono una base per azioni concrete al fine di garantire il diritto al cibo. Il compito è quello di garantire l’attuazione di questi strumenti se davvero vogliamo prendere piena consapevolezza della crisi attuale e prevenirne di nuove.

Firmato da:

Kirtana Chandrasekaran, International programme coordinator for Food Sovereignty, Friends of the Earth International

Mauro Conti, President, Centro Internazionale Crocevia

Prof. Olivier De Schutter, former Special Rapporteur on the right to food (2008-2014), Co-chair, International Panel of Experts on Sustainable Food Systems

Fiona Dove, Director, The Transnational Institute

Paula Gioia, International Coordination Committee, La Via Campesina

Shalmali Guttal, Executive Director, Focus on the Global South

Judith Hitchman, President, Urgenci

Sue Longley, General Secretary, IUF

Sofia Monsalve, Secretary General, FIAN International

Rosa Pavanelli,General Secretary, Public Services International

Tammi Jonas, Australian Food Sovereignty Alliance

Stefano Prato, Managing Director, Society for International Development

Jim Thomas, Co-Executive director, ETC group


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Per informazioni: Mauro Conti – m.conti@croceviaterra.it