Nel chiudere il sipario del Festival delle Terre 2024, non possiamo che cominciare da Maurizio. La scomparsa di Maurizio Paffetti, pochi giorni prima di questa nostra storica manifestazione giunta al sedicesimo appuntamento, ha sconcertato tutte e tutti noi.
Abbiamo dovuto recuperare energie nascoste in quel vuoto interiore per tentare di trasformare lo sconforto in qualcosa di diverso, utilizzare questo momento pubblico per mettervi al centro chi, improvvisamente, non poteva più venire: Maurizio.
E così abbiamo fatto. Ci siamo fatti forza e questo Festival, pur venato dalla tristezza e dalla malinconia, ha portato sullo schermo 16 documentari indipendenti, selezionati ancora una volta con maestria e occhio clinico da Danilo Licciardello, direttore artistico del Festival e socio di Crocevia.
Abbiamo viaggiato dall’India alla Colombia, dal Messico all’Ecuador, dalla Sicilia al Cilento e poi ancora in Palestina, Cile e tra i ghiacciai alpini.
Siamo passati attraverso lo sfruttamento del lavoro agricolo e degli animali, l’inquinamento ambientale, la vessazione di popolazioni locali e la crisi climatica, ma abbiamo anche visto contadine e contadini che sanno riconoscere mille varietà diverse di riso o costruiscono biblioteche del grano, attivisti che frappongono i propri corpi tra le grandi opere e le piccole comunità. Un altro mondo è sempre possibile, anzi è già in atto, basta orientare lo sguardo nella giusta direzione.
Abbiamo scoperto con gioia di condividere questa visione con l’Agenda Ecologia di UBI – Unione Buddhista Italiana, che ha sostenuto questa edizione del Festival rendendolo più bello e partecipato. Abbiamo potuto invitare autrici e autori, organizzare meglio le attività e comunicarle con più forza. Senza UBI, che con Aisha, Eleonora e Silvia è stata sempre al nostro fianco (nel senso letterale!), non sarebbe stato possibile.
Allo stesso modo, non avremmo mai fatto un Festival così se accanto a Danilo non ci fosse stato Andrea Ferrari Toniolo, a chiudere tutte le notti le porte della Casa del Parco delle Energie, a limare tutti i dettagli, a seguire tutte le proiezioni. Non sarebbe stata la stessa cosa senza Vittoria Bulzomì, che ha curato le bellissime grafiche, Francesco Panié che ha coordinato la comunicazione, Giorgio Russo che ha risolto ogni piccolo problema tecnico e Jose Algorta, che con mano sicura ci guida nella gestione amministrativa e contabile.
In questa edizione abbiamo sentito la mancanza di Erica Romano (torna presto!), con le sue competenze e la qualità che porta al Festival. Abbiamo invece ritrovato Daniela Bezzi, con la sua profonda conoscenza dell’India e delle sue dinamiche sociali e politiche.
Ringraziamo Antonio Onorati, Stefano De Angelis, Mauro Conti e Stefano Mori, che ci hanno regalato un pomeriggio commovente e davvero partecipato al Nuovo Cinema Aquila, ricordando Maurizio Paffetti e i meravigliosi, audaci, visionari progetti di comunicazione che ha costruito con Crocevia in quarant’anni di storia insieme. Un grazie, dunque, anche al cinema che ci ha ospitato in una delle giornate del Festival delle Terre, con Fabio Meloni e Domenico Vitucci sempre ospitali e gentili.
Impossibile non menzionare poi il supporto generoso di Emanuele e Sara di Fridays For Future, Martina, Lorenza, Federica e il gruppo di Ecoresistenze – Cambiare Rotta e di Laura Lucamarini. Il sostegno che ci hanno dato non si può quantificare, ma non c’è ombra di dubbio che il Festival non sarebbe stato così organizzato senza il loro aiuto.
Tutti gli ospiti di questo Festival meritano un grazie speciale per aver viaggiato per presentare i loro lavori, o essersi collegati ad ore improvvide per conversare con noi da remoto. Grazie quindi a Francesca De Stefano, Sara Manisera, Silvia Giaimo, Chitrangada Choudhury e Aniket Aga, Cecilia Brighi, Cristina Saggioro, Manuela Costa, Yimon Win Pe, Laura Schettini, Silvia Gallerano, Serena Iacovelli, Francesco De Augustinis, Luca Pistone, Francesco Piobbichi, Alfonso Pinto.
Un grazie va anche anche al Forum delle Energie al Centro di documentazione Maria Baccante e al Csoa Ex Snia per il supporto e per il contributo che danno alla conservazione della memoria e della biodiversità dell’intera area del Parco delle energie e con il suo splendido lago che vorremmo diventasse tutta e per sempre pubblica e al sicuro dalle speculazioni.
Il bellissimo pubblico che è stato con noi merita l’ultimo ringraziamento sentito. C’è gente come Simone, Gilda e Carlotta che ha fatto centinaia di chilometri per esserci, partecipando agli incontri e seguendo la programmazione. Il Festival non finisce, ma attraverserà l’Italia nei prossimi mesi. Una edizione presso l’Università della Calabria è andata in scena in parallelo con Roma, ma durante il 2024 ne vedrete molte altre da Nord a Sud.
Ce ne andiamo mentre scende la notte sulla Casa del Parco delle Energie, con la sensazione che questa rassegna su agroecologia, ambiente e diritti abbia ancora molto da dare ad attivisti, mondo della cultura, persone comuni. Il prossimo anno lo vogliamo organizzare di nuovo qui, dove ha sede il nostro Archivio e Mediateca delle Terre, quella raccolta di oltre duemila tra diapositive, video, fotografie, manifesti e documenti raccolti in mezzo secolo di progetti di cooperazione internazionale. Quando si alzerà il sipario sul prossimo Festival, però, questo spazio avrà cambiato nome. Sarà la Mediateca delle Terre – Maurizio Paffetti.