La COP14 della CBD entra nel vivo: a rischio i diritti dei contadini, imprese e Stati stringono i primi accordi

Ieri, 18 novembre 2018, durante la quattordicesima edizione della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità (COP14) in corso a Sharm el Sheikh, Egitto, finalmente i temi più scottanti sono stati introdotti.

Si è parlato di biologia sintetica e già è stato aperto il gruppo di contatto all’interno del quale gli Stati dovranno trovare un accordo prima del 29 novembre, giorno di chiusura della COP14; si sono così creati questi gruppi di contatto paralleli alla plenaria in cui le parti contraenti discutono a stretto contatto e in cui la società civile non potrà partecipare, potrà solo assistere da osservatore silenzioso ai dibattiti.

Noi, insieme all’International Planning Committee for Food Sovereignty (IPC) saremo lì a cercare di far spostare un po’ l’ago della bilancia verso i diritti dei contadini, messi in secondo piano rispetto agli investimenti sul gene editing e sul gene drive, quindi sulle nuove tecniche di miglioramento genetico di laboratorio che si pretende vengano considerate come tecniche naturali e che invece ovviamente non sono.

Quindi siamo qua insieme all’IPC per cercare di sviare la direzione presa dalle politiche internazionali e che influenzerà la vita quotidiana di tutti noi. Ieri si è parlato anche di Digital Sequence Information, le DSI di cui abbiamo già parlato; le grandi aziende e parte degli Stati premono infatti per creare un database che permetta un accesso aperto a tutti e che contenga le informazioni genetiche delle sementi contadine, così che tali informazioni possano essere riutilizzate per creare nuove specie eventualmente patentabili. Ovviamente noi siamo qua per dire no a questa pratica e siamo qua per ribadire il diritto dei contadini di scegliere e decidere liberamentee e in modo informato se e come le loro sementi devono essere condivise oppure no. Sosteniamo sempre la sovranità alimentare, speriamo quindi che le sementi contadine restino sempre nelle mani dei contadini e che continuino, come da sempre accade, a moltiplicare la biodiversità.

Noi saremo qui fino alla fine della CBD, vi terremo aggiornati su quanto accade e, sicuramente, sarà un battaglia molto dura. Le industrie hanno già raggiunto i loro accordi e gli stati sanno già quello che vogliono, noi faremo il possibile come sempre per stare dalla parte dei contadini e dalla biodiversità mondiale.