La Commissione europea ha presentato all’inizio di novembre quattro posizioni non ufficiali (non paper) per dei nuovi regolamenti relativi alla commercializzazione delle sementi e piante (PMR) la salute delle piante (PH), i controlli e i finanziamenti. Dopo aver consultato i governi ei servizi della Commissione, un progetto ufficiale dovrebbe essere proposto al Consiglio e al Parlamento europeo nei primi mesi del 2013.
La Via Campesina ha analizzato questi documenti e ha presentato una prima posizione che si concentra su alcuni aspetti della “commercializzazione delle sementi”. La richiesta alla Commissione Europea è quella di riscrivere il documento, ora fortemente sbilanciato a favore delle grandi industrie sementiere, tenendo conto dei diritti degli agricoltori.
“Si vuole tenere conto da una parte dell’industria sementiera, legata al monopolio esclusivo delle varietà distinte (D), omogenee (H) e stabili (S) protette dal Certificato di Ottenimento Vegetale (COV), alla quale viene offerta la gestione del catalogo europeo e un registro delle varietà su descrizione officiale conforme al catalogo attuale, e dall’altra parte delle multinazionali di ingegneria genetica desiderose di vedere le loro manipolazioni genetiche brevettate accedere al mercato senza perdere il tempo necessario ad omogeneizzare le varietà in cui sono inserite.
Non potranno essere commercializzate che le sementi di varietà conformi a la convenzione UPOV 91, che saranno in alcuni casi protette da un COV e non contenere che piante protette da uno o due brevetti. Solo le vecchie varietà iscritte ai cataloghi di “conservazione” o “prive di valore intrinseco” prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento beneficeranno di una registrazione sulla base di una descrizione ufficialmente riconosciuta (DOR), semplificata e meno onerosa. Ma nessuna nuova varietà non omogena (H) o non-stabile (S) potrà accedere alla registrazione. I semi contadini di varietà-popolazione adattati e adattabili alle mutevoli condizioni di crescita e climi saranno sempre banditi dalla commercializzazione.
Queste proposte si basano da una parte su un attacco inaccettabile all’agricoltura di sussistenza e ai diritti degli agricoltori di commercializzare i loro semi, d’altra parte su nuovi vincoli sanitari, ambientali e di bio-sicurezza mirati ad eliminare i semi adatti all’agricoltura contadina o biologica e utilizzati dalle piccole aziende sementiere. Allo stato attuale non si può dire se l’intenzione è di aprire nuove opportunità per lo scambio di sementi contadine o di interdirli definitivamente.”
Scarica il documento completo in italiano:
[viewerjs /wp/wp-content/uploads/2012/12/ECVC-posizione-non-paper-semi.pdf]