Rosarno, due anni dopo

SOS Rosarno è la campagna di solidarietà che Equo Sud, insieme all’Osservatorio Migranti Africalabria, ha avviato lo scorso inverno con le “arance etiche della piana”.

 

I produttori Equo Sud offrono agrumi biologici e da quest’anno anche olio, prodotti senza sfruttamento. Tutti i produttori sono piccoli proprietari, singoli o associati in cooperative, assumono regolarmente la manodopera impiegata nella raccolta, per oltre il 50% immigrata, e sono interni al circuito della solidarietà con gli africani di Rosarno.

 

Quest’anno l’assemblea dei produttori ha deciso di praticare una maggiorazione del prezzo nella misura di 0,5 cent al kg da destinare all’attività di assistenza e solidarietà realizzata dell’Osservatorio Migranti Africalabria Rosarno insieme ad altre organizzazioni presenti nel territorio della piana di Gioia Tauro.


Dal sito di Equo Sud:

“A quasi due anni dalla rivolta qualcosa forse è cambiato. Ma non sappiamo dire se in meglio o in peggio. Ci sono più controlli nei campi, aumentano i contratti, a volte finti a volte veri… polizia e carabinieri sono molto più presenti, impediscono che si ricrei lo scandalo evidente delle ex-fabbriche in bella vista sulla nazionale, occupate da centinaia di lavoratori immigrati in condizioni di degrado estremo; ricacciano tutti nelle campagne più interne, nei casolari dove si sta ancora peggio di prima, col terrore accresciuto d’incorrere per un controllo nei rigori della Bossi-Fini.
A parte questo, tutto uguale: le politiche d’accoglienza sono del tutto insufficienti e i lavoratori sono molti di più del lavoro che può offrire un’agricoltura in crisi, con l’abbandono delle campagne che si fa imponente per lo strozzamento definitivo dei piccoli. Un nuovo latifondo si profila in questa come in altre campagne, tra speculazioni dell’impresa criminale e interessi della filiera industriale, e la Grande Distribuzione Organizzata che governa questo come gli altri gironi infernali dell’agricoltura italiana a unico beneficio dei propri profitti maturati sui banchi dei supermercati in città.
Ma qualcosa dall’anno scorso davvero è cambiato.
Tra gli africani più esperti, quelli nuovi che arrivano quest’anno ascoltano anche racconti strani e inaspettati: di contadini buoni che prendono i braccianti immigrati e li mettono in regola, ma per davvero, con le giornate e tutto, alla paga sindacale, non un minuto di lavoro in più dell’orario regolare. Gente che ti parla con rispetto e che nelle pause del lavoro si mostra interessata a conoscerti, ad ascoltare i tuoi racconti guardandoti negli occhi. Gente che t’invita a casa sua, che organizza feste insieme ai ragazzi di alcune associazioni, nelle aziende agricole dove la sera capita di ritrovarsi a cucinare, insieme, italiani ed africani, a conoscere e scambiarsi le tradizioni, a cantare insieme e ballare un po’ la tarantella e un po’ la musica africana… e quando torni al ricovero la sera un po’ ti dispiace, che sempre al freddo resti, ma ti pesa di meno, ti senti meno solo.”


Appuntamenti:

Venerdì 13 gennaio alle 14.00 a Roma, in piazza dell’Esquilino, si terrà una grande assemblea di lavoratori migranti “per rivendicare il diritto di soggiorno e contro lo sfruttamento, per la sovranità alimentare e la difesa dell’agricoltura contadina”.

Sabato 14 gennaio i prodotti di Equo Sud saranno venduti nelle piazze di diverse città italiane (Roma, Torino, Bologna, Napoli…).


Fonti e approfondimenti:

Il sito di Equo Sud

Rosarno, Italia: due anni di lotte –  Aderisci all’appello

Antonello Mangano, Rosarno, due anni dopo. Perché gli africani vivono ancora nei ghetti?

Antonio Onorati, Braccianti e lavoro schiavo. Lo Stato c’è e si vede.