Conclusa la prima parte delle consultazioni sulle Linee Guida Internazionali per la Sicurezza della pesca sostenibile di piccola scala

Si è conclusa venerdì pomeriggio la prima parte delle consultazioni tecniche sulle Linee Guida Internazionali per la Sicurezza della pesca sostenibile di piccola scala, che si sono svolte dal 20 al 24 maggio presso la FAO a Roma. Obiettivo della consultazione è il confronto su un testo su cui la discussione è aperta già da mesi, e che è il risultato di una lunga serie di consultazioni nazionali e regionali, raccolte in un testo finale di negoziazione dal FIPI – FAO Fisheries and Aquaculture Department Policy, Economics and Institutions. La discussione ha visto la partecipazione della società civile con più di 30 rappresentanti delegati delle organizzazioni di base dei pescatori artigianali provenienti da tutto il mondo.


Cosa sono le linee guida sulle Small Scale Fisheries

Un processo volto alla redazione di quella che viene definita una “soft law”, ovvero un testo che i governi concordano in maniera non vincolante, che non rimpiazza alcun altro strumento nazionale o internazionale. Questo rende più semplice trovare un accordo e il paese può scegliere in un secondo momento se far entrare il testo nella propria legislazione nazionale, per intero o solo in parte.

Tuttavia, si fatica a trovare l’accordo su alcuni temi. Oltre all’uso di una gamma fantasiosa di forme condizionali, che aiutano a rendere il testo ancor meno vincolante per i governi, più volte la trattativa è andata in stallo sul tema del riconoscimento dell’economia informale e sul tentativo di vincolare le linee guida agli accordi già negoziati nel WTO, dimenticando che il quadro del riferimento del negoziato è la sicurezza alimentare e il radicamento della fame e della malnutrizione.

Stupisce molto di più la reticenza di molti governi ad adottare un approccio legato al diritto al cibo come diritto riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, per quanto la stessa difficoltà sia già emersa nel corso di altre trattative, da ultima, quella delle Linee Guida Volontarie sulla gestione responsabile della terra.


Le aspettative della società civile

La sola approvazione delle SSF non è sufficiente a migliorare le condizioni di vita delle nostre comunità”, afferma Naseegh Jaffer (WFFP – World Forum of Fisher Peoples), “ma una volta approvate avremo un nuovo strumento di advocacy che ci permetterà di rafforzare le lotte sul territorio chiedendone l’implementazione ai nostri governi”. È importante notare come questo processo di negoziazione delle VG SSF abbia condotto ad un processo riunificante dei due Fora mondiali dei pescatori, che si sono divisi anni fa per un incidente storico oramai superato.

“Le comunità occupate nella pesca di piccola scala, pur trovandosi in condizione di forte vulnerabilità per la mancanza dei servizi più elementari, vogliono mantenere i propri usi e tradizioni e chiedono di essere considerate come qualcosa di più di una semplice controparte di negoziazione, perché non siamo qui per perseguire un profitto ma la nostra sussistenza”, aggiunge Margaret Nakato (WFFF – World Forum of Fish Harvesters and Fish Workers).

Se è vero che la ratificazione delle Linee Guida e il processo di produzione delle stesse costituiscono un passo importante per il riconoscimento dei pescatori artigianali, l’implementazione rimane un punto assolutamente centrale nella discussione della società civile.

Il passaggio dalle linee guida alla legislazione nazionale è infatti molto delicato: il rischio è quello che vengano recepite solo parzialmente o che non lo siano affatto, ma rimane anche il timore che il testo possa essere utilizzato a discapito delle comunità. Per questo, nell’incontro con la FAO, rappresentata da Marcela Villarreal, direttrice dell’Office of Partnerships and Advocacy Branch (OCPP) della FAO, la società civile ha chiesto con forza che l’organizzazione abbia un ruolo anche nella fase dell’implementazione.

La FAO dovrebbe rivestire una leadership attiva nell’implementazione delle linee guida”, ha dichiarato Chandrika Sharma (ICSF – International Collective in Support of Fishworkers), “E’ importante riuscire a costruire e aumentare le capacità non solo dei membri delle comunità ma anche dei funzionari dei governi che si occupano della pesca artigianale”.

A questo proposito Cairo Laguna, Presidente di Confepesca e Co-Presidente del WFF, ha annunciato l’esistenza di un accordo tra organizzazioni di pescatori artigianali e i governi centroamericani raggruppati in OSPESCA per recepire nelle legislazioni nazionali il testo delle Linee guida sulle SSF: un caso particolare di collaborazione tra società civile e governi, che verrà se avrà esito positivo verrà preso a riferimento anche in altre regioni.