Matías Valle Cárdenas, ex vicepresidente del MUCA, Movimento Unificato Contadino dell’Aguán, è stato ucciso il 20 gennaio scorso da due sicari a volto coperto. Con questo brutale assassinio sale a 45 il numero dei contadini uccisi in poco più di due anni in Honduras nella zona del Bajo Aguàn, nel nord-est del paese.
La lotta per le terre agricole in Honduras ha radici che rimontano agli anni Settanta quando, con la riforma agraria, migliaia di ettari di terre pubbliche e non vennero ridistribuite tra i contadini.
Negli anni Novanta, con la Ley para la Modernización y Desarrollo del Sector Agrícola, l’amministrazione di Rafael Leonardo Callejas, su pressione della classe imprenditoriale, intraprese il primo tentativo per sottrarre le terre assegnate ai contadini. Si tratta di oltre 20.000 ettari delle terre più fertili del paese, coltivate perlopiù a palma africana, da cui si estrae l’olio di palma. La legge portò alla vendita di circa 40 cooperative contadine e le terre si concentrarono nelle mani di tre grandi proprietari. I contadini continuano però a rivendicare il possesso delle terre, per cui sono state intraprese diverse azioni legali.
Negli ultimi anni il conflitto ha avuto una escalation, con continue intimidazioni, aggressioni e assassini. Fino a ora nessuno degli attentati mortali contro i membri delle organizzazioni contadine del Bajo Aguán è stato chiarito. Nella maggior parte dei casi, il pm non ha nemmeno aperto un fascicolo. Sono invece centinaia i contadini organizzati denunciati per presunta “violazione di proprietà privata”.
Fonti e approfondimenti:
Il comunicato di FIAN Honduras