La Campagna per l’Agricoltura Contadina sarà presente alla manifestazione STOP TTIP del 7 maggio a Roma.
Siamo tutti chiamati a partecipare a questo importante evento in cui vogliamo far sentire la nostra voce contro la prepotenza del sistema agroindustriale,
che vuole annullare il valore dell’agricoltura come cultura e come legame al territorio.
I CONTADINI CONTRO IL TTIP
- L’agricoltura italiana, una delle più importanti risorse del paese, è minacciata da un accordo internazionale. Produttiva quanto quella francese pure avendo a disposizione la metà delle terre, con un milione e mezzo di aziende, dà lavoro a quasi 3,5 milioni di persone. Alcuni, più di 700 mila, ci lavorano saltuariamente, magari nell’illegalità, altri 2,5 milioni vi lavorano più stabilmente, insieme alle loro famiglie. Ma la terra è ripartita in maniera ingiusta: ancora oggi, a quasi 70 anni dalla riforma agraria, le aziende con oltre 100 ettari sono meno dell’1% di tutte le aziende ma controllano un terzo delle terre coltivate, in un paese in cui la terra scarseggia e solo il 50% della superficie nazionale resta disponibile per l’agricoltura.
- Le piccole e medie aziende sono la struttura portante dell’agricoltura nazionale. Più dell’80% delle aziende occupano meno di un lavoratore a tempo pieno (ULA) e producono il 25,5% della produzione totale. Mentre le grandi aziende, che impiegano più di 10 unità di lavoro sono lo 0,1% e rappresentano un modesto 5,4% della produzione agricola totale.
- Mentre il 93,7% delle aziende riceve un sostegno medio annuo dalla UE (PAC) di000 €, lo0,29% delle aziende, al contrario, riceve complessivamente 735 milioni di euro, con una media di 1 milione di euro per azienda all’anno.
- Con questi numeri qualunque accordo che amplifichi la liberalizzazione dei mercati, come il TTIP, si abbatterà come una valanga sull’agricoltura contadina. Aumentare le esportazioni agricole negli USA è illusorio, considerando che ora più del 75 % delle esportazioni agroalimentari italiane sono, in realtà, scambi all’interno delle stesse imprese a carattere transnazionale che operano in Italia. E la difesa del Made in Italy, attraverso la difesa degli IGP e degli altri Diritti di Proprietà Industriali, è solo un modo per imporre in Europa, ad esempio, una nuova legislazione sementiera che consenta il brevetto industriale sia degli OGM che delle sementi certificate o realizzate con la biologia di sintesi, che permetta di imporre il “segreto commerciale e la confidenzialità” che permetterà “di rinforzare la punizione penale” per i delitti di contraffazione compresa la risemina di sementi certificate.
L’agricoltura contadina vive di mercati territoriali, non ha bisogno di conquistare il mercato mondiale; ha bisogno di difendere il suo lavoro e le risorse che la fanno vivere, terra, acqua e sementi, attraverso leggi e politiche agricole che la riconoscano nella sua specificità e ne valorizzino le ricadute positive sui territori, sugli gli ecosistemi e l’occupazione, per questo noi non accettiamo il TTIP, perché aumenta il dominio sul mercato delle grandi imprese agroindustriali ed agroalimentari.
“Nessuno libera una volpe dentro un pollaio dove le galline girano libere”