FAO: Gli investimenti sulla terra non devono nuocere al sistema di produzione alimentare locale

Alla conferenza stampa per l’apertura dei negoziati presso la FAO parlano i delegati della società civile.

Roma 5 marzo 2012. Si e’ aperta questa mattina l’ultima fase del negoziato tra i Governi e la società civile per redigere le “Linee guida volontarie sulla gestione responsabile della terra, dei territori di pesca e delle foreste” nell’ambito del Comitato per la Sicurezza Alimentare (CFS) della FAO. Le Linee Guida Volontarie sono uno strumento del sistema delle Nazioni Unite che fissa elementi necessari, ma non obbligatori, per l’azione dei Governi. Le organizzazioni sociali hanno sviluppato un lungo processo interno di consultazioni in tutti i continenti, sostenute dall’IPC (Comitato Internazionale per la Sovranità Alimentare) per elaborare la propria versione delle Linee Guida, utilizzata poi nella negoziazione con i Governi.

Nella sessione odierna è stata già approvata la parte della Linee Guida Volontarie sugli investimenti responsabili; l’articolo in questione pone una serie di condizionamenti a chi investe sulla terra. In particolare gli investimenti non devono nuocere al sistema di produzione alimentare locale.

Sempre nel corso della mattinata è stato allestito nell’atrio della FAO l’Orto Errante, un orto mobile cresciuto in cassetta, realizzato lo scorso autunno presso l’Accampata Romana di S. Croce in Gerusalemme; la sua presenza in FAO costituisce un ulteriore tappa del suo viaggio simbolico a sostegno delle realtà che lottano per la terra, dal livello locale a quello globale.

“La pesca artigianale non gode dei diritti di pesca concessi dai governi nazionali alla pesca intensiva. Questo crea un vuoto legislativo che va tutto a svantaggio delle comunità locali e dei piccoli pescatori. Le Linee Guida Volontarie rappresentano una possibilità di colmare questo vuoto”, ha dichiarato Rehema Bavuma, rappresentante del Forum mondiale dei pescatori per l’Uganda nel corso della conferenza stampa.
“La sovranità alimentare non passa per il petrolio. “Pur essendo il Bahrain un paese ricco per la produzione di idrocarburi, tuttavia è attraversato da problematiche di sicurezza alimentare” ha sottolineato Khawla Al-Muhannadi, Environmental NGO, rappresentante delle associazioni della societa civile per il Vicino Oriente. Mamadou Ba, portavoce del Conseil National de Concertation et de Coopérations des Ruraux del Senegal, ha aggiunto: “La sovranità alimentare è un processo che va costruito dal basso, a partire dai produttori”.
È intervenuto infine Jorge Stanley Icaza, Panama (IPC America Latina) ricordando Herman Kumara, presidente del National Fisheries Solidarity Movement (Sri Lanka), costretto a nascondersi a causa delle minacce di morte e dei tentativi di rapimento subiti. “Quanto accaduto a Kumara ci ricorda quanto il negoziato che si sta svolgendo sia importante e profondamente connesso con quanto accade ogni giorno. Le lotte per l’accesso alla terra e alle risorse portano a episodi di violenza che si configurano come veri e propri genocidi. Abbiamo bisogno di una legislazione che protegga in particolare le comunità indigene, prive di strumenti di tutela di fronte a questo fenomeno“.

Crocevia, Terra Nuova, La Via Campesina e Fair: TERRA, MARE E TERRITORIO PER NUTRIRE LA NOSTRA DIGNITÀ E I POPOLI DEL MONDO.

Venerdì 9 è prevista una conferenza stampa finale davanti la FAO per la chiusura dei negoziati.