Mappa delle sperimentazioni di nuovi OGM

L’Italia è tra i paesi che più stanno tentando di accelerare lo sviluppo dei nuovi OGM / TEA, grazie a sperimentazioni in pieno campo portate avanti da enti con interessi sovrapponibili a quelli dell’agricoltura industriale e delle multinazionali agrochimiche e sementiere. In questa mappa sono raccolte le posizioni dei campi sperimentali già approvati (viola) o ancora oggetto di istruttoria (arancione), dove i test di nuovi OGM dovrebbero svolgersi.

Cosa sono i nuovi OGM, ribattezzati NGT o TEA

I nuovi OGM, ottenuti dalle New Genomic Techniques (NGT), sono organismi geneticamente modificati con biotecnologie utilizzate a partire dai primi anni Duemila. Le industrie sementiere e dalle multinazionali agrochimiche e farmaceutiche, insieme a ricercatori pubblici e privati, raccontano la bugia che sarebbero diversi dagli OGM di prima generazione. La differenza starebbe nel fatto che con queste biotecnologie non si inserisce “volontariamente” DNA esterno nell’organismo manipolato in laboratorio. Ciò basterebbe, per i promotori, non solo a definire “sicure” queste tecnologie, ma anche a caricarle di una missione salvatrice dell’agricoltura travolta dalla crisi climatica. A queste promesse si aggiungono quelle sempreverdi di riduzione della chimica in agricoltura e di argine alla fame nel mondo. Addirittura, in Italia le lobby utilizzano una “neolingua” per definire questi OGM con l’acronimo di TEA, cioè Tecniche di Evoluzione Assistita.

Secondo i movimenti contadini, le associazioni ambientaliste, della società civile e dei consumatori, la storia è differente. Invece di sostenere un radicale cambiamento necessario verso l’agroecologia e la (vera) sovranità alimentare, i nuovi OGM avrebbero l’effetto di allungare la vita ai modelli agroindustriali devastanti per la biodiversità, la salute e gli ecosistemi. Aumenterebbero inoltre l’appropriazione delle sementi e di altri organismi viventi tramite i brevetti. Come prodotti di laboratorio, gli OGM vecchi e nuovi sono infatti brevettabili, al contrario delle forme di vita non geneticamente modificate che si sviluppano nella natura e negli ecosistemi abitati dai contadini.

Il rischio di deregolamentazione in Europa

Nonostante questo, una crociata ideologica guidata dal profitto è in atto in Europa per spingere l’UE ad abolire gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio per questi nuovi OGM, con il presupposto che si tratti di prodotti equivalenti a quelli della natura o dell’agricoltura. Oggi la direttiva 2001/18 impone questi vincoli a chi vuol vendere OGM nell’Unione, così come lascia liberi i paesi di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio (l’Italia e altri 16 paesi esercitano questo diritto). Se i nuovi OGM verranno trattati diversamente dagli altri, nessuno potrà più evitarli quando acquista il proprio cibo o quando lo coltiva, l’agricoltura biologica verrà cancellata dalle contaminazioni del polline OGM e i contadini rischieranno cause legali da parte delle multinazionali per appropriazione indebita di varietà brevettate, anche se saranno entrate nei loro campi migrando accidentalmente da quelli dei vicini. Il cibo geneticamente modificato, inoltre, presenta rischi per la salute che non saranno più valutati se vincerà la visione dell’equivalenza.

Per saperne di più sui nuovi OGM / TEA

Se vuoi saperne di più leggi il nostro libro “Perché fermare i nuovi OGM”. Partecipa alla campagna per liberare i nostri comuni e regioni dai nuovi OGM e lotta in ogni modo contro questa minaccia.