DICHIARAZIONE SUI DIRITTI DEI CONTADINI:
E’ NECESSARIA UNA MAGGIORE PROTEZIONE
I contadini e tutti coloro che lavorano nelle aree rurali rappresentano il più grande gruppo di persone al mondo che soffre di fame e malnutrizione. Queste persone per decenni hanno affrontato discriminazioni politiche ed economiche. Alla luce di questa situazione, il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UNHRC) ha intrapreso numerosi studi che hanno confermato la necessità di uno strumento di protezione internazionale.Conseguentemente è stato creato un gruppo di lavoro che redigesse una Dichiarazione sui Diritti dei Contadini e degli Altri Lavoratori nelle Aree Rurali. La prima stesura della dichiarazione è stata completata all’inizio del 2015, in seguito a due fasi negoziali. La sfida attuale è quella di fare pressione sugli Stati affinché si impegnino attivamente nel processo cosicché possa essere adottata un’ambiziosa dichiarazione. A questo fine noi abbiamo una particolare responsabilità in Europa, dal momento che gli Stati Membri hanno dimostrato riluttanza ad adottare la dichiarazione e a creare nuovi diritti per i contadini.
BACKGROUND: AREE RURALI E DONNE COLPITE DALLA FAME
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, i contadini e i lavoratori nelle aree rurali rappresentano i due terzi del totale mondiale delle persone che si trovano in situazione di estrema povertà[1], e l’80 per cento di queste soffrono la fame[2].
Queste persone dipendono direttamente dall’agricoltura e dalle risorse naturali. Sono piccoli contadini, lavoratori agricoli, persone senza terra, pescatori, pastori, e comunità che vivono nelle foreste. Tra di loro, donne e bambini subiscono un impatto più forte della discriminazione. Donne e ragazze rappresentano oltre il 60 per cento di quelli che nel mondo soffrono di fame cronica[3].
Per affrontare questo scenario, l’UNHCR ha disposto un gruppo di esperti (l’Advisory Committee) per analizzare più in profondità la discriminazione nel contesto del diritto al cibo[4], e per scrivere un report sui mezzi per promuovere i diritti dei contadini e altre persone che lavorano nelle aree rurali[5].
Lo studio finale dell’Advisory Committee ha identificato le seguenti fonti di discriminazione sofferte dai contadini:
- L’espropriazione di terra, lo sfratto forzato, e il trasferimento delle persone (landgrabbing)[6];
- Discriminazione di genere;
- L’assenza di riforme agrarie e di politiche di sviluppo rurale, inclusa la mancanza di irrigazione e dei semi;
- Mancanza di un minimo salariale e della protezione sociale; e infine
- La repressione e la criminalizzazione dei movimenti che proteggono i diritti delle persone che lavorano nelle aree rurali.
Il ruolo della globalizzazione e della liberalizzazione del commercio agricolo, i quali entrambi beneficiano l’agro industria alle spese degli agricoltori di piccola scala e dei contadini,deve essere evidenziato. Un piccolo numero di compagnie multinazionali controllano una larga parte del commercio di materie prime agricole e comandano i prezzi del mercato. Di conseguenza, i prezzi bassi hanno un effetto devastante sugli stipendi e sulla protezione sociale dei lavoratori agricoli.
Inoltre, gli agricoltori di piccola scala nel Sud del globo continuano a incontrare una competizione ingiusta. Nonostante le riforme nel commercio internazionale per ridurre i sussidi per le esportazioni, gli agricoltori delle nazioni più ricche ancora beneficiano enormemente del pagamento diretto della loro produzione. I surplus risultanti sono solitamente esportati o “gettati” in altre nazioni. Questo è, per esempio, il caso dell’enorme esportazione europea di surplus di pollo e latte congelati che stanno invadendo i mercati africani e distruggendo le produzioni locali di piccola scala[7]. Tali conseguenze del commercio globale dell’agricoltura sui diritti dei contadini sono state sottolineate in molti rapporti della sezione speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo[8]. Il commercio globale dell’agricoltura incide sempre di più anche sui contadini di piccola scala europei che non possono più avere una vita decente, come dimostrato dalla crisi lattearia cominciata nel 2009 ed ancora in atto.
I contadini di piccola scala sono anche i più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico[9], e probabilmente in molti saranno obbligati ad abbandonare le loro terre. Molti finiscono per vivere nei quartieri più bassi delle città, oppure si imbarcano per pericolose migrazioni verso le nazioni più ricche[10].
In breve, i contadini, le persone senza terra, i lavoratori agricoli e gli altri gruppi rurali si scontrano con la discriminazione politica. I loro diritti e i loro interessi sono spesso negati e sacrificati nel nome dello sviluppo economico.
GLI STRUMENTI LEGALI INSUFFICIENTI
Nonostante l’esistenza di molti strumenti universali ed internazionali per la protezione dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, la discriminazione continua contro i contadini e le persone che vivono nelle aree rurali. La corsa globale per la terra e le altre risorse naturali serve solamente ad aggravare la situazione. L’UNHCR comprende che gli strumenti per i diritti umani esistenti oggi sono insufficienti per coprire la situazione specifica dei contadini e di altri lavoratori nelle aree rurali, e considera di vitale importanza l’elaborazione di uno strumento internazionale specifico per i diritti.
IL TESTO DELLA VIA CAMPESINA COME FONDAMENTO DELLA DICHIARAZIONE ONU
Il 27 settembre 2012, l’UNHCR ha adottato ufficialmente una risoluzione che istituzionallizava un “gruppo di lavoro indefinito intergovernativo con il mandato di negoziare, finalizzare e sottomettere una bozza della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Contadini e Altre Persone che Lavorano nelle Aree Rurali”[11]. Il lavoro di questo gruppo intergovernativo è basato sulla dichiarazione de La Via Campesina, il più vasto movimento di contadini[12], basata su una consultazione con le sue organizzazioni facenti parte della rete.
IL PROCESSO DI NEGOZIAZIONE
In seguito all’adozione di questo mandato, la Missione Permanente della Bolivia delle Nazioni Unite (presidente del gruppo di lavoro) ha convocato il primo incontro di negoziazione nel Giugno 2013.[13] Una prima stesura di dichiarazione è stata poi discussa durante la seconda sessione del gruppo di lavoro nel Febbraio 2015.[14] Tutte le parti coinvolte, inclusi gli Stati, le organizzazioni contadine, la società civile e gli esperti internazionali, hanno partecipato al processo.Una terza fase di negoziazione è programmata per il 2016.
Una dichiarazione finale rappresenterebbe inoltre un ulteriore passo verso la realizzazione del diritto al cibo e alla sovranità alimentare. La bozza di dichiarazione fornisce l’opportunità di riaffermare numerose libertà e diritti fondamentali esistenti e alla luce delle condizioni specifiche dei contadini. La bozza di dichiarazione identifica inoltre diversi diritti emergenti a livello internazionale che sono essenziali a far sì che i contadini vivano vite dignitose, tra questi:
- Diritto alla terra
- Diritto alle sementi
- Diritto ai mezzi di produzione come acqua, credito e strumenti
- Diritto alla sovranità alimentare
Particolare attenzione è poi rivolta nel documento ai diritti delle donne che vivono in contesti rurali.
DICHIARAZIONE CONTESTATA DAI PAESI RICCHI
Tuttavia, questo promettente progresso nell’elaborazione della dichiarazione è minato dall’opposizione da parte dei Paesi ricchi, in particolare dai governi europei e dagli Stati Uniti. Tutti i Paesi europei all’interno dell’UNHRC si sono opposti alla risoluzione del 2012 che conduceva alla creazione del gruppo di lavoro intergovernativo. Più tardi decisero di astenersi (piuttosto che opporsi) dal voto sull’estensione del mandato del gruppo di lavoro, che dona speranza per futuri sviluppi positivi. In breve, questo è il momento di aumentare la pressione sugli Stati europei cosicché si inseriscano costruttivamente nelle negoziazioni. Un fallimento in questo senso potrebbe mettere a rischio il processo o condurre alla demolizione della dichiarazione finale.
Secondo Oliver De Schutter, ex Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto al Cibo, esistono quattro ragioni principali per adottare un nuovo strumento internazionale che assicuri i diritti dei contadini e degli altri lavoratori nelle aree rurali:
- Il diritto internazionale lo richiede;
- Ciò contribuirà alla lotta contro la fame;
- E’ uno dei mezzi migliori per assicurare che l’agricoltura di sussistenza non viene rimpiazzata dall’agricoltura industriale;
- Ciò aumenterà l’accesso ai mezzi di produzione nelle aree rurali.
Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite ha anche evidenziato il fatto che l’adozione della Dichiarazione sui Diritti dei Contadini e degli altri lavoratori nelle aree rurali accrescerebbe la visibilità di altri diritti già riconosciuti dal diritto internazionale, e aiuterebbe a promuovere nuovi diritti, come il diritto alla terra, il diritto alle sementi e il diritto alla compensazione per le perdite dovute ai sussidi agricoli forniti agli agricoltori in altri paesi.[15]
Bozza della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Contadini e di coloro che Lavorano nelle Aree Rurali
INTRODUZIONE
PARTE I – DEFINIZIONE E PRINCIPI FONDAMENTALI
Articolo 1 – Definizione di contadini e di altri lavoratori nelle aree rurali
Articolo 2 – Obblighi degli Stati
Articolo 3 – Dignità, uguaglianza e non discriminazione
Articolo 4 – Uguaglianza di genere
Articolo 5 – Diritto alla sovranità sulle risorse naturali,
sviluppo e sovranità alimentare
PARTE II – DIRITTI SOSTANZIALI
Articolo 6 – Diritti delle donne che vivono in aree rurali
Articolo 7 – Diritti alla vita, alla libertà, alla sicurezza fisica e personale
Articolo 8 – Diritti alla nazionalità e all’esistenza legale
Articolo 9 – Libertà di movimento
Articolo 10 – Libertà di pensiero, di opinione e di espressione
Articolo 11 – Libertà di associazione
Articolo 12 – Diritto di partecipazione e informazione
Articolo 13 – Diritto di informazione in relazione alla produzione,
alla commercializzazione e alla distribuzione
Articolo 14 – Accesso alla giustizia
Articolo 15 – Diritto al lavoro
Articolo 16 – Diritto alla sicurezza e alla salute sul lavoro
Articolo 17 – Diritto al cibo
Articolo 18 – Diritto ad un reddito e ad uno stile di vita adeguati
Articolo 19 – Diritto alla terra e ad altre risorse naturali
Articolo 20 – Dirotto ad un ambiente sicuro, pulito e sano
Articolo 21 – Diritto ai mezzi di produzione
Articolo 22 – Diritto alle sementi
Articolo 23 – Diritto alla diversità biologica
Articolo 24 – Diritto all’acqua e ai servizi igienici
Articolo 25 – Diritto alla sicurezza sociale
Articolo 26 – Diritto alla salute
Articolo 27 – Diritto all’abitazione
Articolo 28 – Diritto all’istruzione e alla formazione
Articolo 29 – Diritti culturali e conoscenza tradizionale
Articolo 30 – Responsabilità delle NU e di altre organizzazioni internazionali
LA RISPOSTA ALLE CRITICHE SULLA DICHIARAZIONE
Critica: Una dichiarazione specifica per i contadini andrebbe contro il principio di universalità dei diritti umani. Inoltre, giù esistono gli strumenti per i diritti umani e le direttive sui diritti all’alimentazione e al controllo delle terre. Di conseguenza, non c’è il bisogno un nuovo strumento.
Risposta: La protezione specifica per i gruppi discriminati è necessaria e non contraddice i principi universali dei diritti umani.
La bozza della dichiarazione ha come obiettivo quello di rinforzare l’interpretazione dell’implementazione dei diritti umani riguardo le condizioni di vita dei contadini e delle altre persone che vivono nelle aree rurali. Le ricerche dell’UNHCR hanno mostrato che gli strumenti legali attualmente esistenti sono insufficienti per proteggere i diritti specifici di questi gruppi. Nel passato, strumenti di protezione specifica sono stati considerati necessari e sono stati adottati per altri gruppi marginalizzati, includendo donne e le popolazioni indigene.
Critica: La bozza della dichiarazione concepisce nuovi diritti che non sono riconosciuti sotto il diritto internazionale, come il diritto alla terra, il diritto alle risorse naturali, il diritto alle sementi, e il diritto ai mezzi di produzione.
Risposta: La dichiarazione non formula nuovi diritti umani, ma conserva i diritti che sono stati discussi a lungo nel diritto internazionale.
All’inizio del 1999, il Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali ha dichiarato che la realizzazione del diritto al cibo prevedeva, per certi gruppi, l’abilità di nutrirsi da soli direttamente dalla terra produttiva o da altre risorse naturali[16]. L’accesso alle risorse produttive come la terra, i semi e i mezzi di produzione erano quindi già considerati come prerequisiti per la realizzazione del diritto alla terra per i contadini[17]. In più, il diritto alla terra era esplicitamente evidenziato nel 2007 nella Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni[18]. Di conseguenza, la dichiarazione esalta i diritti emergenti sotto il diritto internazionale, il quale non deve essere inteso come scolpito nella pietra, ma deve evolvere e incorporare nuove sfide affrontate quotidianamente dai gruppi marginalizzati.
Critica: Il processo di dichiarazione è stato lanciato dagli Stati con Governi di sinistra e sarà usato per obiettivi politici.
Risposta: Le considerazioni politiche non devono interferire nelle discussioni riguardanti i diritti umani.
È una procedura standard dell’ONU quella che sono gli Stati ad essere promotori di iniziative. Inoltre, la bozza della dichiarazione è basata su molti studi indipendenti portati avanti dagli esperti ONU. Rifiutandosi di ottemperare alle raccomandazioni dell’UNHCR, gli Stati Membri dell’Unione Europea, che promuovono il rispetto per i diritti umani come principio fondamentale, manderebbero un messaggio politico significativo con serie conseguenze.
Si può visionare anche la versione originale in inglese della scheda informativa alla pagina di Hands on the Land.
[1]IFAD (2011). Rural Poverty Report, p. 9. Retrieved 6 August 2015 from http://www.ifad.org/rpr2011/report/e/print_rpr2011.pdf.
[2] UN Millennium Project Task Force on Hunger (2005). Halving hunger: it can be done, New York, pp. 4-6.
[3] World Food Programme (2009). Promoting Gender Equality and the Empowerment of Women in AddressingFood and Nutrition Challenges, Rome, 2009. Retrieved 27 August 2015 from http://one.wfp.org/eb/docs/2009/wfp194044~2.pdf.
[4]Human Rights Council Advisory Committee (2011). Study on discrimination in the context of the right tofood, A/HRC/16/40.
[5] Human Rights Council Advisory Committee (2012). Final study on the advancement of the rights of peasantsand other people working in rural areas, A/HRC/AC/8/6.
[6] Più informazioni sul fenomeno del landgrabbing su https://www.tni.org/en/collection/hands-off-the-land (informazioni in inglese). Per informazioni in italiano visitare il sito http://www.croceviaterra.it/landgrabbing/.
[7] Fontan Sers, C. (2010). The CAP’s impact on African Agriculture: focus on milk, GRET.
[8] See for example Report of the Special Rapporteur on the right to food, Mission to the World Trade Organisation(A/HRC/10/5/Add.2, 2008) and http://www.srfood.org.
[9] High Level Panel of Experts on Food Security and Nutrition of the Committee on World Food Security(2012). Food security and climate change.
[10] In una missione in Siria nel 2010, O. De Schutter ha analizzato le cause che stanno dietro la crisi Siriana in un contesto di siccità e cambiamento climatico. O. De Schutter, «Mission to Syria», Report presentato da HumanRights Council, 2011 [A/HRC/16/49/Add.2]
[11]UNHRC (2012). A/HRC/RES/21/19.
[12] La Via Campesina comprende circa 164 organizzazioni locali e nazionali in 73 nazioni in Africa, Asia, Europa e America. Rappresenta circa 200 milioni di contadini in totale. Vedi il loro sito a http://viacampesina.org.
[13]Retrieved August 6, 2015 from http://www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/RuralAreas/Pages/FirstSession.aspx.
[14] UNHRC (2015). Draft UN Declaration on the Rights of Peasants and Other People Working in Rural Areas, Advanced version. Retrieved August 6, 2015 from http://www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/RuralAreas/Pages/2ndSession.aspx.
[15]UNHRC (2011). Update on the preliminary study of the Human Rights Council Advisory Committee on theadvancement of the rights of peasants and other people working in rural areas, (A/HRC/16/63).
[16]Committee on Economic, Social and Cultural Rights (1999). General Comment No. 12, The right toadequate food (art. 11), E/C.12/1999/5, §12.
[17] Vedi anche De Schutter, O. (2010). Access to Land and the Right to Food: Report of the UN SpecialRapporteur on the Right to Food presented at the 65th Session of the UN General Assembly, A/65/281.
[18] UNHRC (2007). UN Declaration on the Rights of Indigenous Peoples (Resolution 61/295). Retrieved 6August 2015, from http://www2.ohchr.org/french/issues/indigenous/declaration.htm.