Una settimana al COFI: il nostro impegno per la pesca artigianale

Dal 5 al 9 settembre 2022, una delegazione dell’IPC ha partecipato alla 35a sessione del Comitato per la pesca della FAO (COFI) a Roma.

Questo COFI ha rappresentato un momento cruciale per i piccoli pescatori e le popolazioni indigene, non solo perché il 2022 è l’Anno internazionale della pesca artigianale e dell’acquacoltura (IYAFA), ma anche perché, dopo due anni di pandemia, i delegati e gli osservatori del COFI sono stati finalmente autorizzati a partecipare alle sessioni a Roma in presenza. Il COFI35 si è svolto con una modalità ibrida, che ha permesso la partecipazione in presenza e online dei delegati di tutto il mondo.

Nonostante le numerose sfide provocate dalla pandemia, l’IPC ha lavorato duramente per rafforzare ed espandere la propria rete e mantenere lo slancio intorno all’attuazione delle Linee guida volontarie per la protezione della pesca sostenibile su piccola scala (Linee guida SSF).

Erano passati quattro anni dall’ultimo incontro di persona del Gruppo di lavoro sulla pesca del Comitato internazionale per la sovranità alimentare (IPC), di cui Crocevia cura la facilitazione. La pandemia ci aveva infatti obbligati a interagire totalmente online, con un forte impatto negativo sulle capacità di advocacy dei movimenti sociali a livello internazionale.

Finalmente, quest’anno siamo tornati sul campo. Una delegazione di 35 delegati IPC, in rappresentanza delle 4 principali reti del gruppo di lavoro IPC sulla pesca (WFFP, WFF, IITC e La Via Campesina), si è riunita a Roma in occasione del COFI. Le riunioni preparatorie hanno offerto ai delegati dell’IPC l’opportunità di ricostruire la coesione e la solidarietà interna, danneggiate dal lavoro virtuale, e di definire i messaggi e i punti comuni da portare al COFI.

Dal 2 al 4 settembre, i delegati dell’IPC hanno contribuito anche alla prima edizione dell’SSF Summit (il vertice dei pescatori artigianali), organizzato con il supporto di FAO, GFCM e SSF Hub. Per quest’occasione, abbiamo curato l’organizzazione di un’intera giornata dedicata esclusivamente alle organizzazioni SSF, aprendo uno spazio di dialogo tra loro e proponendo la collaborazione fra movimenti a livello regionale per garantire l’attuazione delle Linee guida sulla pesca su piccola scala.

Tra il 5 e il 9 settembre, poi, ci siamo spostati alla FAO, per seguire il dibattito fra i governi del COFI. Il Gruppo di lavoro IPC sulla pesca ha preparato le sue dichiarazioni sulle questioni che considera prioritarie e che erano all’ordine del giorno. Lo sviluppo sostenibile della pesca e dell’acquacoltura nel contesto di un clima che cambia, un migliore utilizzo della biodiversità, la garanzia di una crescita equa per i pescatori su piccola scala e l’eliminazione della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) sono stati tra i principali temi discussi durante la 35a sessione del COFI.

Le dichiarazioni dell’IPC hanno ribadito la mancanza di riconoscimento per i pescatori su piccola scala e le popolazioni indigene, le sfide che devono affrontare e l’emarginazione delle donne che lavorano nella pesca e che non godono di pari diritti nel settore. Queste sfide continuano a essere spesso trascurate, mentre i pescatori su piccola scala e le popolazioni indigene sono esclusi dai processi decisionali che influenzano direttamente le nostre vite e i nostri mezzi di sussistenza.

Inoltre, i pescatori artigianali e le popolazioni indigene continuano a perdere l’accesso ai territori e alle risorse di pesca, a causa della crescente espropriazione delle risorse ittiche nei territori marini e interni a livello globale. Ancora una volta, l’IPC ha rinnovato l’invito agli Stati a evitare false soluzioni, come le aree marine protette (AMP) e la pianificazione dello spazio marino (PSM), e ad adottare invece misure efficaci per ripristinare i legittimi diritti di proprietà tradizionali, consuetudinari o indigeni delle comunità di pescatori e ridistribuire tali diritti laddove siano stati violati.

Come nel precedente COFI34, la discussione in plenaria ha dato ampio spazio e attenzione all’acquacoltura e al suo contributo alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità, affermando che l’IPC non condivide l’acquacoltura orientata all’esportazione come soluzione alla crisi alimentare. I volumi di pesce selvatico catturato e di prodotti a base vegetale, come la soia, necessari per alimentare l’industria dell’acquacoltura in rapida crescita non sono semplicemente sostenibili. L’IPC ha quindi invitato i membri del COFI a collaborare con i piccoli pescatori e le popolazioni indigene per sostenere e far progredire le catene del valore delle comunità di pesca locali, che possono fornire cibo sano e conveniente alle comunità.

Anche l’esistenza stessa delle comunità di pescatori artigianali è minacciata dai cambiamenti climatici, dalla distruzione dell’ambiente e dall’inquinamento. L’IPC ha invitato i governi ad attuare piani e progetti per la riparazione e la protezione della natura. Gli impatti del cambiamento climatico dovrebbero essere affrontati dagli Stati sulla base delle conoscenze, delle informazioni e delle soluzioni proposte dalle comunità di pescatori, dai popoli indigeni e dalle organizzazioni.

Durante la 35a edizione del COFI, gli Stati membri hanno anche discusso e concordato di procedere con l’istituzione del Sottocomitato sulla gestione della pesca, che includerà un punto all’ordine del giorno permanente sulla pesca su piccola scala. Questo sottocomitato non sarà in grado di affrontare le questioni generali relative alla pesca su piccola scala, che hanno una portata molto più ampia. Per l’IPC occorre invece rafforzare e potenziare il COFI, in quanto piattaforma principale per il coinvolgimento e discussione di diversi attori sulle questioni relative alla pesca su piccola scala. Infine, l’IPC ha invitato gli Stati a riportare le discussioni sui sussidi alla pesca dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) alla FAO e in particolare al COFI, per garantire che la pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata (INN) sia affrontata in modo democratico e che si abbia l’opportunità di partecipare ai negoziati.

L’IPC ha espresso il suo forte disappunto per la decisione del presidente del COFI di non permettere agli osservatori di intervenire durante le discussioni sulla creazione della sottocommissione per la pesca, la biodiversità e il cambiamento climatico, giustificando questa scelta con la mancanza di tempo. In seguito a questa decisione, ha concesso solo un minuto di intervento, negando ancora una volta alla pescatori artigianali e ai Popoli Indigeni la possibilità di esprimersi, impedendo così che la voce di milioni di piccoli pescatori fosse portata all’attenzione delle delegazioni governative.

La delegazione dell’IPC ha fornito il suo contributo alla discussione inviando via e-mail tutte le sue dichiarazioni per assicurarsi che fossero caricate sul sito web del COFI, ma al momento è disponibile solo la dichiarazione generale dell’IPC.